Questo numero della Slow Newsletter è dedicata agli stakanovisti del web.
Voglio dire, se sei iscritto/a a questa newsletter probabilmente non sei uno stakanovista oppure stai in qualche modo cercando di smettere.
In ogni caso, un po' di tempo fa ho abbozzato questa lettera che poi non ho completato perché non avevo ben chiare le parole da utilizzare.
Negli ultimi mesi, anche grazie alla produzione del mio podcast, sto
riuscendo a fare chiarezza riguardo quello che é il messaggio che voglio diffondere.
Così ho ripreso la lettera e l'ho completata, eccola
-
Cari Stakanovisti del web,
Lo so che il mondo moderno vi spinge a vivere ritmi di vita schiavizzanti, celati dietro una competizione basata sulla produttività estrema...
È come se la vita ad un tratto fosse diventata una gara a chi riesce ad accumulare più ore davanti a una scrivania.
Ma vi siete mai chiesti il reale motivo per cui partecipate a questa corsa senza senso?
Ve lo ricordate quando vi hanno detto che l’etica del lavoro era l’unico modo per la salvezza dell’anima?
Voi gli avete creduto, e cosa avete ottenuto in cambio?
Stress cronico, notti insonni, frustrazione e uno stato di salute precario...
La notate la fregatura?
Sul lavoro vi dovete sentire un po’ frustrati, dovete un po’ soffrire altrimenti non state davvero lavorando...
Solo così si può inculcare il culto del sacrificio, del sudore, della carriera e altre stronzate varie!
E a proposito, ve lo ricordate quando vi hanno detto che la massima ambizione degli esseri umani deve essere raggiungere l’apice di una grande carriera?
Eccola un’altra fregatura: per ogni eletto che arriva al top della carriera ce ne sono dozzine che continueranno a sacrificarsi per tutta la vita senza ottenere risultati.
Tra l’altro lavorare 12 ore al giorno, cari miei, non è in nessun modo motivo di vanto.
La completa dedizione al lavoro non è un distintivo d'onore, ma piuttosto un campanello d'allarme: vuol dire che state trascurando le vere priorità della vostra vita.
È a questo modello che volete educare le future generazioni?
Ma ora, se vi dicessi che c'è un'alternativa? Qualcosa di un po' più saggio, un po' più sostenibile nel lungo termine, un po' più... Slow!
Immaginate di dedicare tempo di qualità alla famiglia, agli amici, al relax e ai vostri interessi senza l’ansia di dover essere sempre e per forza produttivi per il lavoro...
Non vi dico di abbandonare tutto e trasferirvi alle Canarie, ma forse c'è un modo per trovare un equilibrio tra la produttività e il vostro benessere personale.
Vivere Slow non significa rinunciare al successo, ma ridefinirlo per ambire ad una soddisfazione sostenibile e duratura nella vita...
In fondo, sul letto di morte nessuno ha mai rimpianto di aver passato troppo poco tempo in ufficio.
Spero di aver provocato i vostri pensieri con questa lettera, e che possiate tornare a lavoro con qualche domanda in più...
Lentamente,
gigienne
Ps. Ecco una lettura consigliata se volete guarire dalla malattia dello stakanovismo
|